martedì 19 febbraio 2013

NON SEI SOLA, non più!


"Donna tutto si fa per te, favola splendida" recitava una vecchia canzone del Quartetto Cetra nei mitici anni '50 (http://youtu.be/ll4J5_ANbp4).
Essere donna nel nuovo millennio, non è molto diverso dall'essere donna del passato, almeno per quanto riguarda il diritto alla vita. 
Vive radicata nella cultura e nell’universo maschile, un’ostentata riottosità nei confronti della donna. 


Una forte volontà da parte dell'uomo di opprimerla, di schiacciare la sua autostima, di assoggettarla ad una forma di asservimento totale, nonchè di dipendenza. 
Fatti di cronaca quotidianamente, purtroppo, ci dimostrano quanto questo sia vero. 
Nel nostro paese in meno di un anno sono state uccise centotredici donne, di cui settantatre dal proprio partner. Una stima impressionante. 
Persino la legge sembra non tutelarci sufficientemente. 
Spesso, infatti, l’uomo che uccide una donna non viene punito severamente e addirittura riceve condanne ridotte nonostante la gravità del reato. 
Basti pensare che in Italia solo nel 1981 è stato abolito il tristemente noto “delitto d’onore”; che prevedeva una pena minima di reclusione. 
Oggi invece vista l’emergenza, vi è una proposta di legge decisamente più dure per chi uccide una donna, in quanto tale. E non solo. 


Infatti, visto il crescente aumento di famiglie di extracomunitari, che hanno la cultura del matrimonio combinato, nella proposta di legge vi è anche una sanzione penale per chi istiga al matrimonio forzato. 
Sicuramente la donna moderna è più forte, libera e determinata e forse queste sue “nuove” caratteristiche la rendono pericolosa all’occhio dell’uomo, che invece tende a volerla limitare nell’autonomia. 
Purtroppo è nelle mura domestiche che si consumano gli atti di maggiore violenza. 
Molte sono le mogli costrette a subire abusi sia fisici che psicologici, da parte dei mariti. 
Ed è proprio in nome della famiglia, che tante subiscono e tollerano in silenzio e quindi non denunciano (anche perché c’è da tener presente che le violenze fra le mura domestiche possono essere perpetrate sotto varie forme e le ferite che lasciano di certo non sono valutabili da nessun medico). 
Non c’è da tollerare nulla ne bisogna rimanere in silenzio. 


Anzi, non bisogna ne isolarsi ne tanto meno allontanarsi dagli altri; specie da quelle che possono essere persone pronte ad aiutarci. 
Parlare ad altri delle violenze che si subiscono non è una vergogna. Invece, può essere la strada che aiuti a vedere realmente la situazione ed affrontarla al meglio

Le cose non si risolvono di certo rimanendo chiusi in se stessi e nel proprio nucleo famigliare.


FAMIGLIA NON E’ SINONIMO DI VIOLENZA! 

Quindi, già dalle prime avvisaglie, siano esse anche di tipo psicologico (forse le peggiori), bisogna mollare tutto e denunciare! 
Viene da chiedersi del perché di tutto questo? 
Spesso l’uomo ha, specie nei casi dove ci sono state vittime, una visione dell’amore a dir poco malato e patologico dove la donna diventa oggetto di possesso esclusivo del partner femminicida. 
Lodevole l’iniziativa della giornalista Emanuela Valente, che ha raccolto tutto il materiale possibile elaborando una “bacheca degli assassini” su http://www.inquantodonna.it, dove vi sono anche i nomi e i volti delle donne uccise negli ultimi anni. 
Altrettanto bella “la grande danza delle donne contro la violenza”. 
Proprio nel giorno di San Valentino si è gridato basta a stupri e femminicidi, con il flash mob mondiale "One Billion Rising". 
Per l’occasione indumenti rossi indossati a voler rappresentare le ferite, di chi non può difendersi. 
Iniziativa questa abbracciata non solo Italia, ma anche in tutta l'Europa, negli Stati Uniti, in India, Afghanistan, in Angola, dove milioni di persone han partecipato al ballo collettivo contro ogni tipo di prevaricazione e sopruso.
Anche la Lucianina nazionale durante l’ultimo festival di Sanremo ha danzato e ha declamato un bellissimo monologo, sulle differenze in amore tra uomo e donna (http://youtu.be/DYD1GopNVJc)
Sperando che non ne abbiate mai bisogno, consiglio di rivolgervi alla Questura di Polizia e al Comando dei Carabinieri, nonchè al Pronto Soccorso del Presidio Ospedaliero locale per denunciare gli abusi intra ed extra casalinghi subiti. 
Inoltre potete comporre il numero di pubblica utilità 1522 e Rete Nazionale Antiviolenza http://www.retedelledonne.org 


antiviolenza_donna_dx banner_mgf immagine - numero 800 90 10 10 antitratta_dx


NON SEI SOLA!!!!


Aggiungi didascalia





Nessun commento:

Posta un commento